Fiera del Libro Cerignola
| APS Oltre Babele
I Padri Domenicani sarebbero giunti a Cerignola nel 1501 o nel 1509, edificando ai margini del regio tratturo la Chiesa e il Convento di San Rocco, poi intitolati a San Domenico (oggi Palazzo Fornari).
Dopo le soppressioni napoleoniche degli ordini religiosi e la confisca dei loro beni, avvenute fra il 1806 e il 1809, il Convento domenicano fu ceduto al Comune di Cerignola, utilizzato nell’ordine come:
Negli ultimi anni l’orfanotrofio gestiva anche una scuola elementare privata, con cinque classi frequentate anche da esterni ambosessi, e una sezione di Scuola Materna. Il 10 luglio del 1989 le Suore Apostole del Sacro Cuore lasciavano definitivamente Monte Fornari.
Il Palazzo versa in stato di abbandono e viene recuperato grazie al progetto “Bollenti Spiriti” della regione Puglia.
ExOpera, è questo il nome assunto dal laboratorio urbano, è stata gestita da un’associazione di imprese. Il progetto comprendeva un laboratorio musicale con sala prove e Recording studio, un laboratorio teatrale con diramazioni in corsi di Dizione e pronuncia, Lettura espressiva e Comunicazione, Teatro Comico e Corso di attore. Il laboratorio urbano ha ospitato, inoltre, un Caffè letterario, con serate a tema tra arte, musica e letteratura. La struttura era dotata anche di un Infopoint per la consulenza e la formazione professionalizzante in campo musicale ed artistico e di un Promo Center, che accoglieva ed informava i turisti attratti dai luoghi storici del nostro territorio (Torre Alemanna, Piano delle Fosse, Borgo Antico, ecc.). A piano terra inoltre era presente la biblioteca del Crsec (Centro regionale servizi educativi e culturali). Il secondo piano, invece, dal 2014 è stato destinato ad un Polo museale Civico e dal museo multimediale delle fosse granarie, gestito da Pro Loco, in collaborazione con OltreBabele e Iris. Oggi la struttura-laboratorio è gestita dall’aps “Fosse Granarie”.
Ubicato presso i locali del piano superiore del palazzo Ex Opera Pia Monte Fornari, in Piano San Rocco, testimonia le vicende storiche e culturali della città di Cerignola e del territorio circostante. Esso si pone come strumento per la conservazione, la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del patrimonio di beni culturali locali.
Il museo riconosce nella funzione educativa, intesa come attività formativa rivolta alla conoscenza ed al rispetto del patrimonio culturale, una delle sue finalità fondanti, da rivolgere a tutti i principali segmenti di pubblico.
Il Museo Civico si articola in 3 sezioni: museo del grano – museo multimediale del piano delle fosse – galleria dei personaggi illustri.
La prima sezione (MUSEO DEL GRANO) è dedicata al grano, in particolare alla conoscenza del ciclo di coltivazione di questo cereale, legato fortemente alla tradizione agricola della nostra città. Questa sezione, infatti, ha l’intento di illustrare tramite materiale fotografico e pannelli didattici, tutte le fasi di lavorazione del grano, dalla bruciatura delle stoppie e aratura con buoi e cavalli, dalla macinazione e trasformazione, alla setacciatura e conservazione. Al suo interno, inoltre, è possibile ammirare, e toccare con mano, gli antichi strumenti e oggetti usati un tempo dagli agricoltori del luogo per la lavorazione del cereale. Il “Museo del grano” rappresenta un unicum se collegato all’unicità del Piano delle Fosse granarie. Il museo multimediale del Piano delle fosse si propone di evidenziare, attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative per la digitalizzazione e fruizione dei beni culturali, il ruolo centrale che le fosse granarie hanno avuto nello sviluppo del territorio fino alla sua attuale identità. Infatti, al suo interno è possibile ammirare la “sala della fossa” in cui è ricostruita a dimensione reale la fossa stessa, attraverso la quale il visitatore, con tecnologie multimediali può “toccare con mano” il lavoro svolto dagli sfossatori.
La terza sezione (Galleria dei personaggi illustri) è dedicata ai personaggi del luogo, e non solo, che nei secoli diedero lustro alla nostra città. Nei corridoi sono custodite diverse testimonianze del compositore livornese Pietro Mascagni, il quale soggiornò per lunghi anni a Cerignola, componendo la sua celebre “Cavalleria Rusticana” e altre quattro opere. Proseguendo incontriamo il celebre filologo cerignolano Nicola Zingarelli, padre del Vocabolario della Lingua italiana, il quale rivive attraverso le sue lettere e i suoi scritti. Concludono la galleria dei personaggi illustri l’esposizione di documenti e foto riguardanti l’esperienza sindacale di Giuseppe Di Vittorio, Giuseppe Pavoncelli, Ministro dei lavori pubblici e fautore dell’Acquedotto Pugliese e Pasquale Bona, musicista e compositore.
Il polo museale è dotato, inoltre, di una grande sala attrezzata per convegni, presentazioni di libri, mostre e altre iniziative culturali con 300 posti a sedere.
Il “Roma” nacque a Cerignola nel 1956 come Cinema Teatro “Caputo” (dal nome del proprietario) lavorando fondamentalmente come cinema, ma anche come teatro. Nel 1961 venne rilevato dalla famiglia Cicolella, che lo ribattezzò Cinema Teatro Roma.
Nel 1979 subì una prima ristrutturazione, ma la crisi cinematografica degli anni Ottanta spinse la proprietà a decidere di impiegarlo quasi esclusivamente come teatro, divenendo la sede di tutte le rappresentazioni delle stagioni teatrali comunali fino al 1994, anno in cui riaprì il Teatro Comunale “Mercadante”.
Il 23 dicembre del 1994, il Cinema Roma riaccese finalmente il suo proiettore con la commedia italiana Miracolo italiano. Bisognò sfrattare gli uccellini e rimuovere i loro nidi dalle canalizzazioni di raffreddamento della macchina di protezione per consentire la proiezione dello spettacolo! Allora il cinema contava 540 posti con le mitiche e meravigliose poltroncine in legno.
Nel 2001 decisero di investire e premiare il pubblico cinematografico ricostruendo la gradinata, aggiungendo poltrone moderne e dotando la sala di climatizzatori a pompa di calore a supporto dell’impianto a gasolio. Il Roma (o Caputo, come ancora viene chiamato dai più anziani) non aveva, però, ancora un’identità. Non era né cinema né teatro e, nonostante i continui sforzi per tenerlo in vita, dal 2010 la famiglia Cicolella cominciò a pensare con immenso dispiacere alla vendita dell’immobile.
Nel 2016 la proprietà si è aggiudicata un bando regionale di riqualificazione e a gennaio 2019 hanno avuto inizio i lavori che hanno poi reso il Roma un vero e proprio contenitore culturale della città.
Il nuovo “ROMA Teatro Cinema E…” ospita adesso rappresentazioni teatrali, proiezioni di film d’autore, mostre, workshop, presentazioni, convegni ed eventi culturali di vario genere in un dialogo aperto con le associazioni della città.
Palazzo Coccia-Cirillo è una villa suburbana costruita nel 1779 da Giuseppe Coccia su un terreno concesso in enfituesi dai Padri Conventuali di Cerignola, fuori dal centro abitato. Nel corso degli anni, la città di Cerignola crebbe e la villa dei Coccia fu inglobata nel tessuto cittadino, assumendo le caratteristiche di un palazzo. Col tempo la famiglia Coccia cadde in disgrazia e il Palazzo fu venduto all’asta e acquistato dalla famiglia Cirillo nel 1870. Sottoposto a vincolo tutelativo nel 1984, fu venduto alla Cerere Immobiliare srl nel 1992. Il Palazzo si presenta come un blocco regolare, a pianta quadrata, con al centro un cortile rettangolare. La facciata principale è divisa in tre ordini. Percorrendo l’androne si giunge nel cortile, dove ritroviamo la scansione in tre ordini delle pareti. Di notevole interesse è il porticato a tre campate, a cui corrisponde una loggia al piano nobile. Attraversando il porticato, si accede alla scalinata. La struttura e i motivi decorativi della stessa sono identici a quelli di Villa Campolieto a Ercolano, opera di Luigi Vanvitelli. Purtroppo non conosciamo il nome dell’architetto del nostro Palazzo, ma certamente conosceva l’opera di Vanvitelli. Infatti l’edificio presenta molte analogie con alcune ville vesuviane risalenti alla seconda metà del ‘700. Attraverso la scalinata si accede al piano nobile. Il soffitto del salone centrale presenta una tela ad olio, la quale raffigura la “Corsa del carro del Dio Sole Apollo e Aurora “ firmata dal pittore foggiano Gioacchino De Rosa nel 1811. In fondo al giardino, in asse con il portale principale, possiamo ammirare il belvedere.
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