La radio italiana compie cento anni. Cento anni di voci che hanno riempito l’aria entrando nelle nostre case, dando vita al primo vero social network della storia: dal momento della prima trasmissione in Italia, il 6 ottobre del 1924, la radio ha rapidamente imparato a parlare al singolo individuo, regalandogli divertimento, cultura, informazione. Ha creato comunità, dibattito, scambi, con decenni di anticipo rispetto a quello che fa oggi la rete. Se podcast e app su cui ascoltare musica consentono di ritagliarsi una bolla fatta di cose che si amano, solo la radio permette di entrare in contatto con la realtà nella sua immediatezza, con le mode, le notizie, raccontate, in modo scherzoso o serio, dai professionisti della voce. Con il loro linguaggio inizialmente “elevato” e formale e poi sempre più vicino a quello della gente, soprattutto per merito di alcuni programmi come “Bandiera gialla” e “Alto gradimento”. Savino Zaba ripercorre le tappe più importanti di una storia che si intreccia con quella del Paese, dalla propaganda nel Ventennio fascista, alle fantasie futuriste della “Radia”, alla radio come fidato mezzo di informazione durante la guerra, alla nascita delle emittenti libere, minuscole realtà locali di esuberante vivacità, in continua espansione negli anni Settanta. Grazie anche a interviste e interventi di alcune delle voci più amate della “radiosfera”, Zaba offre un volume ricco di approfondimenti su uno strumento che, pur con un secolo di vita, pare non essere invecchiato di un giorno.
Un caso mai risolto, un commissario alla ricerca della verità.